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1) Dizion. 4° Ed. .
CACIO.
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CACIO.
Definiz: Latte di pecora, o di capra, o di vacca, o di bufola, o simili, rappigliato insieme, e premuto. Lat. caseus. Gr. τυρός.
Esempio: Bocc. nov. 76. 10. E così si possono benedire le galle del gengiovo, come 'l pane, e 'l cacio.
Esempio: Sen. Pist. Il sorcio è una parola, il sorcio rode il cacio, adunque la parola rode il cacio.
Definiz: §. I. Cacio marzolino diciamo ad una Sorta di cacio fatto per lo più del mese di Marzo, di forma rotonda, e più lunga, che grossa, che si dice anche Marzolino assolutam. Lat. *caseus martiolus.
Definiz: §. II. Cacio cavallo, altra sorta di cacio così detto.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 198. Io farò un'investita di carne salata, e di cacio cavallo.
Definiz: §. III. Cacio raviggiuolo, e Raviggiuolo assolutam. diciamo Quella spezie di cacio schiacciato fatto nell'autunno, per lo più di latte di capra.
Esempio: Burch. 1. 33. A i caci raviggiuoli, e a' marzolini dee lor parere stran lo stare in gabbia.
Esempio: Fir. rim. Pare a giacere un cacio raviggiuolo.
Definiz: §. IV. Dicesi in proverb. Confessare il cacio: che vale Dir la cosa com'ella sta: tolta la metaf. da' fanciulli, che quando l'hanno imbolato, si fa loro confessar per paura. Lat. rem apertè fateri. Gr. τὸ πεπραγμένον ὁμολογεῖν.
Esempio: Varch. Ercol. 58. Di coloro, i quali, come si dice, confessano il cacio, cioè dicono tutto quanto quello, che hanno detto, e fatto, a chi ne gli dimanda, ec. s'usano questi verbi.
Esempio: Car. lett. 2. 46. Ma per non entrare in altri sospetti, vorrei che gli faceste confessare il cacio da galantuomo.
Definiz: §. V. Diciamo anche Esser pane, e cacio, o Esser come pane, e cacio; che significa Portarsi vicendevol benevolenza, e Avere insieme stretta dimestichezza; tolto dal mangiarsi volentieri il pane accompagnato col cacio. Lat. mutuâ se benevolentiâ prosequi.
Esempio: Varch. Suoc. 1. 2. Da prima erano, come pane, e cacio, e stavano sempre insieme tanto, che ognuno se ne maravigliava.
Definiz: §. VI. Mangiare il cacio nella trappola, dicesi, quando altri fa un delitto in luogo, dove e' non può sfuggire la punizione; tolta la metaf. dal topo. Lat. suo damno inescari.
Esempio: Varch. Ercol. 72. Questo si può dire ancora di coloro, che mangiano il cacio nella trappola, cioè fanno cosa, della quale debbono, senza potere scampare, essere incontanente puniti.
Esempio: Lasc. Sibill. 5. 7. Adunque egli avrà mangiato il cacio nella trappola.
Definiz: §. VII. Mangiar cacio, o del cacio, diciamo dell'Ingannarsi, e pigliare errore a suo danno. Lat. decipi. Gr. ἀπατᾶσθαι.
Definiz: §. VIII. Badar tanto al cacio, che la trappola scocchi; vale Star tanto in un pericolo allettato da qualche piacere, che il pericolo sopravvenga.
Esempio: Salv. Granch. 1. 3. Baderesti tanto al cacio, Che la trappola al fin ti scoccherebbe Addosso.